giovedì 30 aprile 2009

Moderatevi voi

Tra la grammatica e il bon ton. Da anni, sui muri di Torino, compaiono periodicamente dei manifesti con una scritta perentoria: MODERATI. Il maiuscolo non basta a rendere l'idea di quanto spesse e minacciose siano le lettere di quella scritta, che anche viste da lontano intimidiscono come un esercito di buttafuori schierati. Quando ci passavo davanti, le prime volte, mi sembrava uno di quei messaggi millenaristi del tipo "Zeus ti vede" (cfr. Carlo Pestelli), e mi capitava di arrestarmi lì di fronte a riflettere su quando e come mi fossi comportato in maniera tanto sfrenata da giustificare un richiamo così energico da parte di qualcuno. Ci ho impiegato parecchio tempo a capire che quella scritta non era un'esortazione rivolta a me e agli altri peccatori, bensì il manifesto di un partito politico, i "Moderati" appunto, compagine policroma che riunisce transfughi di quasi tutti i partiti dell'arco parlamentare, da Rifondazione a Forza Italia.
Altro non saprei dirvi sulla loro collocazione politica, salvo che in Piemonte stanno col centrosinistra e in Puglia col centrodestra.
L'unica certezza che ho sul loro conto è che non conoscono la grammatica italiana, oppure che sono dei maleducati. Per evitare ogni ambiguità sarebbe bastato che usassero l'accento o almeno un carattere più piccolo. Non avendo fatto né una cosa né l'altra, viene da pensare che l'abbiano scritto così apposta. E che siano proprio loro i primi a doversi moderare.

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